dal 28 settembre al 9 ottobre - Ridotto del Verga - Ingresso libero

Turi Ferro e il Teatro Stabile. Storia di un amore

a cura di Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla


 

Nel centenario della nascita, il TSC celebra il grande attore catanese profondamente legato alla storia dello stabile etneo con l’esposizione di foto, video e preziosi documenti d’epoca. Un viaggio per immagini e documenti attraverso il ricco e multiforme itinerario artistico del protagonista-principe di una avventura d’eccezione.
Una lunga fedeltà al Teatro Stabile di Catania, quella di Turi Ferro. Un teatro di cui è stato fondatore e pilastro. 
Turi Ferro è stato il naturale erede di un ricco patrimonio multiforme, che affonda le radici in un humus teatrale antichissimo, rinsanguato da generazioni di pupari, da fermenti di commedia dell’arte, da retaggi di cultura orale, da elementi temperamentali “forti” e da un innato, istintivo talento.
Esordisce giovanissimo, a fianco del padre Guglielmo e dopo un proficuo apprendistato, nel 1958, Turi Ferro dà vita ad un sogno lungamente accarezzato fondando insieme a Mario Giusti, Tanino Musumeci, Pietro Corigliano, Nunzio Sciavarrello e Pietro Platania l’“Ente Teatro di Sicilia” che diverrà, nel dicembre 1962, “Teatro Stabile della Città di Catania”. 
Il 3 dicembre 1958 il nuovo Ente debutta con Malìa di Luigi Capuana e prende abbrivio il nuovo itinerario teatrale di Turi Ferro, votato a raggiungere traguardi sempre più prestigiosi per la capacità di acquisire ed elaborare in modo personale e creativo i codici molteplici dell’attore di razza: voce, mimica, prossemica, fisiognomica.
Da allora Turi Ferro ha assiduamente attraversato il variegato e prismatico territorio del teatro siciliano, spaziando da interpretazioni giocose, ilari e umoristiche a registri melanconici, severi e drammatici. Martoglio, Capuana, Rosso di San Secondo, Russo Giusti, Brancati, Patti, per ricordarne soltanto alcuni. In “anni difficili”, in cui la denuncia della mafia e delle perverse logiche del potere non è usuale, lo Stabile di Catania mette in scena testi di forte impegno sociale, in particolare quelli di Leonardo Sciascia e di Giuseppe Fava. Una grande lezione civile cui Turi Ferro ha offerto il carisma di una sanguigna interpretazione. Al contempo si misura con gli immortali personaggi della grande narrativa siciliana ridotta per il teatro, contribuendo così alla sua conoscenza presso un vasto pubblico.
Un repertorio ubertoso che registra anche Dostoevskij, Čechov, Molière, Shakespeare, Sofocle, Plauto, Euripide, Harwood, Schmitt. Innumerevoli segni, questi, di una vocazione che si rivela senza precedenti e senza confronti quando investe un autore quale Luigi Pirandello, ampiamente e insistentemente frequentato dal grande attore.

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