Mathilde

Nella notte che Mathilde e Pierre passano insieme, scopriamo una coppia che si cerca, due persone che indagano che cos’è l’amore, proprio nel momento più fragile della loro storia: il tradimento, la separazione, la lontananza. Un uomo e una donna quale rapporto possono o devono avere con i desideri, gli istinti, la fedeltà, il rispetto della persona con cui hanno costruito un progetto di vita e la società nella quale sono inseriti? Quanto la comunità e la famiglia incidono sui rapporti personali e privati? Mathilde e Pierre viaggiano ormai su due binari differenti o il loro legame, seppur logoro, ha ancora una direzione comune?
Lo spazio entro cui si snoda il dialogo è un binario circolare con un carrello che vi ruota sopra potenzialmente all’infinito. Un movimento ciclico dal quale soltanto con un atto di ferma volontà si riesce ad uscire. Uno spazio claustrofobico dentro cui ci si ritrova incastrati e obbligati a parlarsi fino a soffocare, fino a ritrovare un nuovo equilibrio grazie al quale ripartire. All’arrivo di Mathilde, lo spazio si fa privato, per la prima volta dopo tanto tempo. Con l’avanzare della notte, però, si trasforma in un agone dove le ragioni, i sentimenti, le incomprensioni si confrontano e si scontrano.