L’uso dell’arte, come un urlo devastante, contro l’uso della droga, è quanto di più forte ci possa essere ! “Due cose belle al mondo: amore e morte (ma quando la morte è nobile…). Due cose brutte al mondo: guerra e droga”. Ho ideato questo testo in una struttura molto mia personale e in comunione col mio grande amore e lo struggente rammarico per Amy Winehouse, uno dei tanti gioielli d’arte (tra i miei preferiti), tragicamente e ingiustamente tolti al mondo per droga, dipendenza, alcool, ecc. Delitto artistico ! Sono stata ispirata, in questa mia idea, che ho fortemente voluto assieme al Produttore di Cinemaset Antonio Chiaramonte, da un aneddoto di molti anni fa, che racconterò con emozione e consapevolezza proprio durante lo spettacolo….
Non l’ho mai dimenticato ed eccomi qua: Devi avere paura della droga. E’ un’esortazione continua in tutti i testi interpretati da me e cantati da Cristina Russo, ad averne paura, come un mostro, un grande demone con i suoi devastanti pericoli, come ad esempio, ripeto, la fine assoluta, delitto artistico, della grande Amy Winehouse, insieme ad altri grandi artisti, morti a causa di abusi e dipendenze da farmaci, alcool e droga, interpretati dalla cantante neo-soul Cristina Russo, con gli arrangiamenti del Maestro Marco Di Dio. Nell’aver scritto il “canovaccio” di questo testo, mi sono sempre attenuta al mio modo estremamente spartano, sulle righe e non, potrei dire “a braccio”, ma in realtà curata da una regia determinata, avvalendomi di autori come Aldo Nicolaj (nel famoso e bizzarro monologo della vecchia cocainomane in “W la Regina”, rivisitato dalla personalità della regista Francesca Ferro), ma soprattutto teniamo molto ai due fortissimi monologhi, scritti per me con coraggio e libertà artistica da Francesco Pulejo.
Guia Jelo
Nella stesura delle note dell’Autrice, ho ritrovato in pieno il mio percorso, generalmente continuativo in tutto, di passione, amore e rispetto sacro per l’Arte. Guia Jelo e la Produzione mi hanno offerto la regia di “Devi avere paura” sicuramente conoscendo la mia sensibilità e, perché no, le mie fragilità che diventano forza quando il prodotto che devo dirigere mi da le sue grandi motivazioni. Ho dato, in sinergia con la brava Costumista/Scenografa Giovanna Giorgianni, delle pennellate di giallo per creare una suggestione che magari vorrei inquietasse, evocando un segnale di paura e pericolo. Ho lasciato libertà, naturalezza e verità al testo. I contenuti hanno bisogno di un’evoluzione che, seppur doverosamente delineata da una regia, possono o addirittura devono non avere limiti.