Grande è la forza anticipatrice del teatro dell’Assurdo. Ionesco, che ne è il creatore, delinea con i suoi testi un affresco della contemporaneità. Un mondo che, appena uscito dalla Seconda Guerra mondiale, appariva come alienato e decomposto. Una delle sue opere più rappresentative è “La lezione”. Con il suo nonsense, attraverso una comicità paradossale, il drammaturgo mette in scena l’irrazionalità della condizione umana e l’angoscia che opprime le esistenze. In quest’opera vi è un dialogo a due principale. Tra professore e allieva si instaura un rapporto amichevole, con un continuo scambio di gentilezze e leziosità. Comincia l’interrogazione, il professore pone alla ragazza domande di una banalità disarmante e rimane esterrefatto nel constatare come l’allieva sappia rispondere correttamente.
È a questo punto che si accentua il risvolto metafisico del teatro ioneschiano. La situazione muta e l’animo dell’insegnante comincia a scaldarsi. L’iniziale reverenza lascia spazio a moti di rabbia, che aumentano finchè l’irrazionalità prende il sopravvento. Ribaltando i piani – per estensione – ciò che è irragionevole e assurdo nella condizione umana, si esplica in questa forma drammaturgica attraverso l’abbandono di mezzi espressivi logici e razionali. Lo stesso Ionesco definì la sua Leçon un “dramma comico”, dove paradossi e ripetizioni portano a una totale distorsione della verità. Il ruolo del professore è interpretato da un attore dalla comicità rarefatta e surreale come Nando Paone mentre l’allieva è Daniela Giovanetti.