“Il birraio di Preston” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri, è uno spettacolo messo in scena con la regia di Giuseppe Dipasquale, che firma insieme all’autore la riduzione teatrale. Lo spettacolo è andato in scena per la prima volta nella stagione 1998/1999 ed è stato ripreso nelle stagioni 2008/2009 e 2009/2010 con una tournée nazionale che ha toccato le maggiori città italiane, tra cui Milano, Roma, Torino, Genova, Padova, Bologna, Bolzano, Verona, Palermo.
La storia è ambientata in Sicilia, nel paese immaginario di Vigàta, nella seconda metà dell’Ottocento, dove si prepara l’inaugurazione del nuovo teatro civico “Re d’Italia”. L’entusiasmo per l’evento si trasforma presto in indignazione, scatenata dal Prefetto Bortuzzi di Montelusa che, per celebrare l’occasione, ha imposto la rappresentazione di un’opera lirica odiata dagli abitanti. Ma il Prefetto è testardo in quella che lui considera “una doverosa educazione dei vigatesi all’Arte”.
Si arriva quasi a una guerra civile tra due fazioni: da un lato, gli abitanti di Vigàta che, con il tipico spirito siciliano e una profonda insofferenza verso ciò che è percepito come “estraneo”, decidono di boicottare l’ordine imposto; dall’altro, il Prefetto stesso, affiancato da Don Memè Ferraguto, potente uomo d’onore, da sempre fedele alleato del potere.
Da questo scontro scaturisce una vicenda tanto esilarante quanto tragica, arricchita dalla vivace girandola di personaggi che ruotano attorno alla trama principale, culminante nell’incendio del teatro.
La vicenda narrata è esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del testo. In un esempio sublime e divertito di narrazione dei caratteri, la Sicilia, il suo mondo, i suoi personaggi vengono ammantati, attraverso la lingua camilleriana, da una luce solare, vivida di colori e ricca di sfumature.