UNA STORIA SEMPLICE

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adattamento e regia Giovanni Anfuso
con Giuseppe Pambieri
Paolo Giovannucci, Stefano Messina
e con Davide Sbrogiò, Liliana Randi, Carlo Lizzani, Geppi Di Stasio, Marcello Montalto, Luigi Nicotra, Giovanni Carpani
scene Alessandro Chiti
costumi Isabella Rizza
musiche Paolo Daniele
luci Pietro Sperduti
produzione Teatro Stabile di Catania, Cooperativa Attori&Tecnici Roma

Al contrario di quanto dichiarato nel titolo, la storia è tutt’altro che semplice. Siamo di fronte ad un giallo dall’inequivocabile sapore sciasciano, che ha come sfondo mafia e droga; parole che, in un vero tour de force, l’autore si trova costretto a non nominare mai: né l’una né l’altra.
Si tratta dell’ultima fatica dell’autore di Racalmuto, l’ultimo suo romanzo arrivato in libreria proprio il giorno della sua morte, avvenuta il 20 novembre 1989. Il ricordo che se ne conserva, di questo romanzo breve che contiene la forza propulsiva di una freccia che corre dritta e veloce al bersaglio, è quello ancorato all’omonimo film interpretato da un gruppo di attori straordinari capitanati da Gian Maria Volonté.
Una storia talmente semplice, appunto, solo perché tutto vi appare al contrario di ciò che realmente è: un suicidio che potrebbe essere un omicidio, una masseria che potrebbe essere abbandonata, un prete che sembra un vero uomo di chiesa…Realtà e apparenza: apparenza e realtà.
Sciascia rinuncia a narrare la mafia come ha fatto per tutta la sua vita, e la racconta, questa volta, come fosse una resa, ed invece è un’ulteriore presa di coscienza di una realtà su cui non si possono mai chiudere gli occhi, per quanto le storie siano semplici.
Tutto comincia con una telefonata alla questura, di un uomo che dichiara di aver trovato qualcosa…E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, diventa un rebus. Davanti alla proliferazione dei fatti, l’unico personaggio che è davvero alla ricerca della verità, un brigadiere, è chiamato a risolvere un puzzle in cui i singoli pezzi non riescono ad incastrarsi. In una tensione da vero thriller la ricerca della verità rappresenta, come sempre in Sciascia, l’estremo azzardo concesso a chi vuole “scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia”.
Chissà, forse è l’occasione per salutare degnamente il centenario della nascita di una grande italiano, passato così frettolosamente in sordina, sia il centenario che il grande italiano, come ogni cosa che dà fastidio.
Un modo, ancora una volta, per celebrare la forza della ragione e della verità.

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