“L’isola dei miracoli segreti”, un progetto teatrale per i minori a rischio. Firmato il protocollo d’intesa al Teatro Stabile

17/03/2022

Una vera e propria “alleanza programmatica” tra le istituzioni che operano sul territorio catanese, per offrire ai giovani a rischio la possibilità di sperimentare orizzonti alternativi attraverso il teatro: è questo il contenuto essenziale del protocollo d’intesa firmato dal Tribunale per i Minorenni di Catania, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, dal Comune di Catania, dall’Ufficio di Servizio sociale per i Minorenni di Catania e dal Teatro Stabile di Catania, che si sta già concretizzando in queste settimane, in collaborazione con DAF Project, attraverso il progetto “L’isola dei miracoli segreti”, ideato e diretto da Angelo Campolo. 

Un progetto fortemente voluto e incoraggiato dal giudice Roberto Di Bella, attuale Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, noto per la sua attività ventennale nei territori di ‘ndrangheta e fautore del progetto “Liberi di Scegliere”, oggi diventato un protocollo governativo che permette a decine di giovani e alle loro famiglie di sperimentare nuovi orizzonti di vita. L’occasione del trasferimento a Catania del giudice Di Bella ha reso possibile avviare il percorso per la firma di questo protocollo e in particolare realizzare la collaborazione con il Teatro Stabile per un nuovo progetto laboratoriale, sviluppato da DAF Project, rivolto ai ragazzi e alle ragazze in carico presso le comunità o segnalati all’Autorità Giudiziaria.
«Proprio nei giorni scorsi la Commissione regionale antimafia ha presentato la sua indagine sulla condizione minorile in Sicilia, con particolare riferimento al fenomeno della dispersione scolastica e dei rischi di reclutamento dei giovani da parte della criminalità organizzata, che evidenzia le difficoltà specifiche del contesto catanese», spiega Di Bella: «Un contesto nel quale ho inteso riproporre il progetto ‘Liberi di scegliere’, fondato sull’idea di mostrare a questi ragazzi un modello alternativo, anche attraverso una proposta culturale, sociale e affettiva diversa. I risultati dei processi culturali di prevenzione che in questa direzione sono iniziati prima a Reggio Calabria e ora a Catania, cristallizzati in un protocollo governativo nazionale firmato da ben cinque Ministri e in una risoluzione del Consiglio Superiore della Magistratura, hanno avuto e hanno un grande alleato nel teatro: il teatro come strumento privilegiato, opportunità stimolante per giovani che vediamo appassionarsi a questa strada, con l’auspicio che qualcuno di loro possa sceglierla anche stabilmente come professione. Questo primo progetto che si ripropone qui, anche grazie alla sensibilità mostrata dai vertici del Teatro Stabile di Catania e dall’Amministrazione comunale, spero sia foriero di un rapporto continuativo con queste istituzioni. Ci tengo sempre a dire, di fronte alla condizione di molti bambini e ragazzi che vivono in queste realtà, che Catania ha il compito di aiutare Catania. Anche il Teatro deve, in questo contesto, saper svolgere il proprio ruolo».

«Un invito, quello del giudice Di Bella, che sin dal suo arrivo a Catania come Amministrazione comunale abbiamo raccolto favorendo ogni iniziativa utile a rendere concretamente possibili questo tipo di percorsi educativi, in piena coerenza con quanto già fatto negli anni passati», commenta l’Assessore alle Attività culturali e alla Pubblica istruzione del Comune di Catania Barbara Mirabella: «Consideriamo questo progetto come uno dei tasselli del grande puzzle che come Comune ci vede impegnati nell’ambito del più ampio protocollo d’intesa con tutte le istituzioni del territorio per contrastare la povertà educativa, attraverso cui abbiamo già attivato una progettualità articolata dentro e fuori le comunità scolastiche. Il nostro compito non può infatti prescindere da una lungimirante visione volta ad offrire alle giovani generazioni modelli di vita alternativi, da un lato promuovendo opportunità di reinserimento sociale per i ragazzi già in carico presso le comunità, dall’altro attuando politiche di prevenzione della devianza minorile. In tutti i casi la scuola, l’arte, la cultura, le esperienze di condivisione, rappresentano occasioni preziose di crescita individuale per ogni ragazzo coinvolto e ci consentono anche, a livello di comunità, di arginare la dispersione scolastica». 

Alla firma del protocollo d’intesa è immediatamente seguito l’avvio del progetto “L’isola dei miracoli segreti”, che si svolgerà in tre fasi: un laboratorio teatrale rivolto ai giovani individuati dall’USSM Catania e dal Comune di Catania, l’allestimento dello spettacolo che vedrà questi giovani impegnati insieme ad attori professionisti e infine quattro giorni di messa in scena e incontri col pubblico per riflettere con la città sul percorso e sui suoi contenuti, tutto a cura di DAF Project.
«Il teatro gioca un ruolo importante nel farsi strumento di azione e non fine da raggiungere. Un mezzo attraverso il quale generare conoscenza, pensiero critico, inscenare situazioni e dinamiche per i ragazzi non sempre sperimentabili nella vita di tutti i giorni», spiega Angelo Campolo: «Il contenuto dei nostri incontri è stato orientato a ipotizzare un’immaginaria ‘isola’, con espliciti riferimenti alla nostra Sicilia, in cui dar vita a ‘miracoli segreti’, ovvero piccoli grandi cambiamenti, utopie a breve distanza, che possano spostare il corso della nostra esistenza, prendendo libero spunto da caratteri e formule narrative di favole come il Mago di Oz di Frank Baum o il Romeo e Giulietta di Shakespeare. Nei nostri incontri aperti al pubblico, dall’1 al 4 aprile in Sala Futura, ogni appuntamento sarà un po’ diverso dall’altro, e gli spettatori potranno assistere, più che ad uno spettacolo confezionato, ad una lezione aperta, ad un processo creativo e umano che vede protagonisti ragazzi che affrontano un periodo complicato della loro vita, insieme a quattro straordinari attori che si sono offerti con entusiasmo per farsi testimoni sul palco di questa avventura».

«La stipula del protocollo d’intesa e il successivo avvio del progetto ‘L’isola dei miracoli segreti’ rappresenta un punto di arrivo ma soprattutto di partenza per ulteriori percorsi che vedano coinvolti in un rapporto di stretta sinergia ed alleanza le istituzioni pubbliche impegnate sul nostro territorio nella prevenzione della devianza minorile e nella cura dei tanti ragazzi che entrano nel circuito penale, dato di cui questa città ormai da troppi anni ha il triste primato», commenta il direttore dell’USMM Catania Roberta Montalto: «Le esperienze di vita dei tanti ragazzi che gli operatori dell’ufficio di servizio sociale minorenni di Catania incontrano quotidianamente, raccontano spesso storie di povertà educativa, di solitudine affettiva, di forte disorientamento rispetto alla scelte da compiere e quindi, proprio per tali ragioni, offrire la possibilità di vivere un’esperienza, quale quella proposta dal progetto, significa restituire loro un positivo protagonismo, attraverso il quale, sapientemente guidati, poter riconoscere le proprie emozioni e le proprie potenzialità, attraverso anche il confronto e la condivisione con l’altro, nella speranza che questo possa rappresentare un’opportunità di crescita e di autodeterminazione responsabile».

«Il forte radicamento dello Stabile nel territorio e il desiderio che tutti i cittadini catanesi lo percepiscano sempre di più come un punto di riferimento forte rispetto alla crescita socio-culturale della città, ci ha spinti a confermare la piena integrazione di questa attività nella programmazione artistica della nostra Sala Futura», dichiara il direttore del Teatro Stabile di Catania Luca De Fusco: «Attorno allo spettacolo, di cui fruiranno anche come pubblico gli alunni delle scuole della città, creeremo momenti di dibattito aperto sui temi della legalità e sul valore dell’esperienza artistica come opportunità formativa».

«Ecco perché abbiamo sin da subito assicurato un’adesione entusiastica al progetto», conferma la presidente del Cda del Teatro Stabile di Catania Rita Gari Cinquegrana: «Sono da sempre convinta della valenza educativa del Teatro e soprattutto del ‘fare teatro’. Per i ragazzi che vivono un disagio sociale fare teatro, imparare a lavorare insieme, gestire le dinamiche di gruppo che nascono durante il percorso che si fa insieme ad altri, mettere le proprie energie al servizio di un progetto comune, la messa in scena di uno spettacolo, ha un valore formativo di grandissimo rilievo».