L’ONORE PERDUTO DI KATHARINA BLUM


Calendario rappresentazioni

dal romanzo di Heinrich Böll
adattamento Letizia Russo
regia Franco Però
scene Domenico Franchi

con Elena Radonicich, Peppino Mazzotta e la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
co-produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania

allestimento anno 2020

L’irreprensibile e prüde segretaria Katharina Blum incontra ad un ballo di carnevale Ludwig Götten, un piccolo criminale, sospetto terrorista. Trascorre la notte con lui e l’indomani, non del tutto consapevole della situazione, ne facilita la fuga. Katharina viene brutalmente interrogata dalla polizia con la quale collabora solo in parte. Nel frattempo, la stampa scandalistica, attraverso lo spietato giornalista Werner Tötges, violando ripetutamente la privacy di Katharina e manipolando le informazioni raccolte, ne fa prima una complice del bandito e poi una vera e propria estremista. A questo punto la vita di Katharina viene sconvolta: riceve minacce e offese, i suoi conoscenti vengono emarginati, il suo onore viene definitivamente compromesso. La polizia e lo Stato non la tutelano attivamente. Dapprima disperata, poi lucida nel suo isolamento, Katharina Blum si vendica uccidendo il giornalista Tötges, e si costituisce alla polizia.

Il tema è drammatico, ma la struttura costruita da Böll è lieve, piena di simpatia per il personaggio, ed ironica. Lo scrittore, con straordinaria abilità, per tutto il racconto, non fa che parodiare il linguaggio della stampa scandalistica, con i suoi luoghi comuni, le moralizzazioni spicciole, le espressioni alla moda, la sua piattezza intrinseca. La forma del romanzo è quella del giallo: ma dove si parte dall’atto già avvenuto, andando avanti e a ritroso, permettendoci così di vedere quell’incubo mediatico che avvolge la protagonista, con le sue menzogne che ne distruggono le relazioni sociali ed intime, portandola al gesto estremo. Nonostante siano trascorsi più di quarant’anni dall’uscita del romanzo, si rimane colpiti dall’attualità di alcune problematiche emerse nel secondo dopoguerra e sviscerate da Böll nei primi anni ’70: tra queste vi sono senza dubbio quelle riguardanti l’uso dei mezzi di comunicazione di massa e le forme di violenza intrinseche al linguaggio mediatico. Scriveva Heinrich Böll nel 1959: «[…] chi si serve pubblicamente delle parole mette in movimento mondi interi e nel piccolo spazio compreso tra due righe si può ammassare talmente tanta dinamite da far saltare in aria questi mondi […]» Oggi diciamo Facebook, Twitter etc etc, ma Böll ci aveva messo in guardia in modo esemplare molto tempo fa.

Franco Però

Informazioni

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dal martedì al sabato: dalle 10.00 alle 19.00
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